Il Territorio

Oasi naturale

La tenuta, vera e propria grande oasi naturale immersa nel verde, posta sulle colline fronteggianti la città di Gubbio, comprende terreni e case rurali situate ciascuna in splendida posizione panoramica.

Coltivazioni, vegetazione e fauna

Le coltivazioni agricole si alternano tra cereali (grano, orzo farro), semi oleosi (girasole, lino), leguminose da granella (favino), erba medica, ulivo.

La parte restante è boschiva, con piante di cerro, quercia e orniello, mentre nelle radure crescono il sorbo, il ginepro e la ginestra, che da maggio a luglio accende di giallo il verde dei prati e dei boschi. 

Nella tenuta è possibile incontrare una ricchissima fauna selvatica: la lepre, il fagiano, l'istrice, il riccio, la donnola, la faina, lo scoiattolo, il barbagianni, la civetta, la cinciallegra, il tordo, la gazza e più nascosti nei boschi il cinghiale, il capriolo e la volpe.

Le costruzioni rurali

L’insediamento storico di matrice agricola costituisce una delle componenti fondamentali che contribuisce a caratterizzare il paesaggio rurale, che assume varie forme, tipi e funzioni, dal nucleo abitativo rappresentato dal borgo di Monteluiano alle case rurali isolate, dalle ville di campagna alle architetture religiose.
Ma in generale, questo diffuso patrimonio architettonico e urbanistico rappresenta una testimonianza fondamentale del rapporto armonico tra l’attività umana e l’ambiente che caratterizzava il mondo premoderno e le economie agricole, di valore inestimabile e insostituibile per la salvaguardia di un'identità storico-culturale.

I borghi sorgono tra il X e il XVI secolo come centri di vita agricola funzionali all’organizzazione produttiva del contado; abitati dai contadini, sono uno strumento di colonizzazione e di messa in valore della campagna, oltre che, quando murati, di presidio a difesa del territorio.

La casa rurale isolata, sviluppatasi diffusamente a partire dal XV-XVI secolo, assume una varietà di tipologie, in ragione del contesto ambientale, delle risorse agricole disponibili, della condizione sociale e dei modi di vita di chi vi abitava. Tuttavia, il tipo più tradizionale è costituito dall’abitazione sovrapposta al rustico, con la scala interna oppure addossata esternamente all’edificio, raramente con il portico e il loggiato; diffuse sono anche, specialmente in collina, le dimore con i vari annessi secondari in parte addossati alla dimora o da essa separati e sparsi intorno all’aia. A questa variegata morfologia si associa una certa omogeneità dovuta alle massicce murature in blocchi di pietre irregolari o, più raramente, in mattoni, tetti quasi sempre in laterizio, poche e anguste le aperture.

La villa padronale, oltre che residenza prestigiosa e luogo di svago dell’aristocrazia nobiliare ed ecclesiastica, rappresentava il centro di gestione agricola di vaste proprietà terriere. Spesso sorte su preesistenti strutture difensive o religiose, di frequente costituite da molteplici architetture (palazzo, scuderia, cappella,…) sono il frutto di uno straordinario connubio tra natura e cultura, prodotto di un’integrazione visiva e funzionale tra la morfologia del terreno, le emergenze architettoniche, il giardino o il parco, il viale e il contesto agrario in cui sono mirabilmente inserite.

Pievi, chiese e complessi abbaziali isolati rappresentano una componente importante della rete insediativa formatasi in età medievale. In particolare, le antiche e potenti abbazie benedettine situate in luoghi di grande bellezza e suggestione, fulcri di sviluppo culturale, con la loro straordinaria opera di messa a coltura, miglioramento e bonifica delle terre, hanno organizzato la vita economica e plasmato il paesaggio di vasti territori rurali.

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