L'Umbria tra Storia ed Arte

Sede sin dal 1400 a.C. di una popolazione indoeuropea, gli Umbri, una delle più interessanti civiltà italiche, che fondarono molte città dell'Umbria odierna, tra le quali Amelia, Assisi, Città di Castello, Foligno, Gualdo Tadino, Gubbio, Narni, Nocera Umbra, Otricoli, Spoleto, Terni, con resti archeologici di insediamenti urbani e funerari e documenti epigrafici di grande rilevanza come le Tavole Eugubine (III-I sec. a.C.), in lingua umbra ma in caratteri etruschi e latini, che ne descrivono cerimonie e riti sacrificali.

Dopo lunghe lotte fra Umbri ed Etruschi (secc. X-VII a.C.), che occupavano l'Umbria alla destra del Tevere e che fondarono città come Perugia, Bettona, Todi e Orvieto - numerosi, nella regione, i segni della presenza etrusca: le tombe di Orvieto, le mura di Bettona, l'Arco Etrusco e l’ipogeo dei Volumni a Perugia -, l'Umbria passò sotto il dominio dei Romani (295 a.C.) e divenne una delle principali regioni dell’Italia centrale (gli abitanti ottennero la cittadinanza nel 90 a.C.), che comprendeva a nord-ovest il Casentino, a ovest era limitata dal Tevere fra Città di Castello (Tifernum) e Otricoli (Otriculum), a est confinava col Paese dei Sabini, col Piceno e con l’Adriatico tra i due fiumi Esino e Rubicone ed era attraversata dalla via Flaminia. Dopo una serie di riordinamenti, nel sec. III d.C. fu unita alla Toscana. L’architettura romana è documentata da resti, in parte ben conservati, di edifici pubblici a Perugia (anfiteatro e tempio di Marte), Spoleto (arco di Druso, ponte Sanguinario, anfiteatro), e degli anfiteatri di Assisi, Spello e Gubbio.  

Caduto l’impero fu invasa da Bizantini e Longobardi e il suo territorio si restrinse fra il Tevere, la Nera e l’Appennino, la maggior parte sotto il ducato di Spoleto. Nel 1198 Inno, cenzo III stabilì il suo effettivo dominio sul ducato, sostituendo il duca con un rettore, mentre tutte le città umbre, anche quelle che, come Perugia, erano fuori del territorio del ducato, si sottomisero spontaneamente alla Chiesa. Ma nel Medioevo si sviluppò anche una civiltà comunale fiorente in molti centri. Nei primi decenni del XIV sec. continuò l’espansione di Perugia e le prime signorie (Trinci a Foligno, Gabrielli a Gubbio, e intervenivano nelle lotte di conquista anche Malatesta, Montefeltro, Orsini) resero di nuovo nominale la sovranità pontificia. Le continue lotte fra comuni, signori, Santa Sede fecero dell’Umbria una terra di soldati e capitani di ventura; Braccio da Montone riuscì anche a stabilire una signoria territoriale umbra.
Nel Medioevo e nel Rinascimento l'Umbria rifulse per l’impulso dato alle arti con le sue scuole di architettura, scultura e pittura, che lasciarono splendidi monumenti in quasi tutti i maggiori centri della regione.

L’architettura romanica, che risente di influssi toscani, ma che si distingue per la caratteristica decorazione delle facciate, annovera edifici come S. Rufino ad Assisi, S. Pietro a Spoleto, S. Silvestro e S. Michele a Bevagna. Capolavori dell’architettura gotica sono la basilica di S. Francesco ad Assisi e il duomo di Orvieto con la facciata di Lorenzo Maitani. Questo periodo si distingue anche per l’architettura civile, con i primi palazzi pubblici (Perugia, Gubbio, Orvieto, Todi). Da citare anche l’attività degli architetti provenienti dalla Toscana, dalla Lombardia e dal Veneto; assai larga l’influenza di Francesco Laurana, di Francesco di Giorgio Martini (palazzo Ducale di Gubbio) e del Bramante (S. Maria della Consolazione a Todi) mentre lo scultore Agostino di Duccio progettò anche la facciata di S. Bernardino a Perugia.

La pittura assunse importanza straordinaria in seguito ai fondamentali cicli affrescati dai maggiori artisti del Duecento e del Trecento, toscani ma anche romani, in S. Francesco ad Assisi. L’influenza di questi pittori, di Giotto e dei senesi specialmente, fu assai grande nello sviluppo dell’arte umbra almeno sino a tutto il Quattrocento, anche per la presenza di Filippo Lippi a Spoleto e di Luca Signorelli a Orvieto. I più importanti pittori tra Quattrocento e Cinquecento furono il Pinturicchio e Pietro Perugino, attivissimo anche fuori della regione e maestro di Raffaello. Notevole anche l'influenza che esercitò tra Umbria e Marche la scuola di Ottaviano Nelli (1375-1444), grande pittore eugubino.
Nel campo delle arti minori sono da ricordare la produzione di maiolica (Orvieto, ma specialmente Gubbio con Mastro Giorgio Andreoli), la miniatura (Oderisi da Gubbio), l’oreficeria, l’intaglio e l’intarsio del legno.

La regione venne infine incorporata allo Stato pontificio (nominalmente fin dalla fine del sec. XII ma di fatto dal 1549, dopo la presa di Perugia) e ne seguì le vicende. Nel 1808 fu occupata dai Francesi (dipartimento del Trasimeno) ma tornò allo Stato della Chiesa, cui restò (salvo la parentesi della Repubblica Romana e della conseguente occupazione austriaca) sino al 1860, quando, dopo i violenti moti dell’anno precedente (stragi di Perugia), fu annessa al Regno d’Italia, tramite plebiscito.

Durante la seconda guerra mondiale l'Umbria non conobbe grandi confronti militari e bombardamenti, soltanto Terni e Foligno vennero colpite nei loro edifici e monumenti. Accanto ad un nuovo sviluppo economico e turistico, l’Umbria sarà sede nel secondo dopoguerra di importanti avvenimenti sociali e religiosi, legati alla città di Assisi. Più recentemente il terremoto del 1997 ha ferito città come Assisi e Foligno, oltre a numerosi centri minori.

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