Gubbio Cuore dell'Umbria

Gubbio occupa un ruolo principale nella storia della regione, in un certo senso si può dire che se l'Umbria è il cuore dell'Italia, Gubbio è il cuore dell'Umbria. 

Centro della civiltà degli Umbri (Ikuvium), dal III sec. a.C. città romana (Iguvium, poi Eugubium), offre memorie storiche dall'antichità fino al Medioevo, al Rinascimento e ai nostri giorni. 

Distrutta da Totila nel sec. VI e riedificata, verrà nuovamente distrutta dagli Ungari e dagli Avari nel 917. Ceduta alla Chiesa con le donazioni di Pipino il Breve e Carlo Magno, la città, pur assoggettata ai vescovi, si costituì in libero comune di fazione ghibellina e, nell'XI secolo, iniziò una politica espansionistica. Distrutta Luceoli, posta sulla via Flaminia nei pressi dell'odierna Cantiano, il suo vasto territorio fu inglobato in quello eugubino e, in posizione più strategica, fondò Pergola. La creazione di Pergola fu considerata pericolosa dalla vicina città di Cagli, che già si sentiva minacciata da Gubbio, in quanto gli eugubini avevano ottenuto la concessione imperiale sullo strategico castello di Cantiano, controllando di fatto, agevolmente, i collegamenti sulla via Flaminia; ne nacquero una serie di scontri che coinvolsero, in forza delle alleanze promosse dai cagliesi, anche Perugia. Le continue guerre di confine portarono Gubbio ad avere più di cento castelli sotto il suo dominio ma, nello stesso tempo, ad entrare in forte conflitto con Perugia, allarmata dal suo espansionismo.

Attorno al Mille aveva già conseguito una tale potenza da inviare ben mille uomini alla prima crociata (1096-99). Nasce in questo periodo (intorno al 1085) Ubaldo Baldassini, dal 1129 vescovo di Gubbio, figura carismatica di uomo di chiesa, animatore nel 1151 della resistenza e della vittoriosa controffensiva all'assedio di 11 città nemiche dell'Umbria e delle Marche (guidate da Perugia) contro Gubbio, negoziatore nel 1154 con Federico Barbarossa della resa della città onde evitarne la distruzione, muore il 16 maggio 1160 e viene proclamato santo nel 1192.

Libero comune nei secc. XII-XIV, dopo alterne vicende e la signoria dei Gabrielli, nel 1354 fu conquistata dal cardinale Albornoz. Si ribellò nel 1376 al potere della Chiesa, quindi si consegnò ai Montefeltro (sec. XV), seguendo le sorti politiche del ducato di Urbino fino al 1508 quando subentrarono, nel dominio della città, i Della Rovere, che lo tennero fino al 1631 quando, con la morte di Francesco Maria II Della Rovere, ultimo erede della casata, tutti i beni e tutti i feudi passarono, come da volontà testamentaria, allo stato pontificio fino al 1860, anno dell'unità d'Italia.

Centro d'arte, ha dato i natali a pittori quali Ottaviano Nelli e ad architetti come il Gattapone, al miniaturista Oderisi e a Mastro Giorgio Andreoli (XVI sec.), artista famoso per la produzione di splendide ceramiche, che inventò la particolare lavorazione del “riverbero” (riflessi metallici dello smalto, color rosso rubino), il cui segreto non fu mai scoperto. 

L'aspetto architettonico odierno è quello di una città medioevale, interamente conservata. Principali monumenti: il duomo gotico (sec. XIII; facciata restaurata nel sec. XVI); altre chiese del sec. XIII, tra cui S. Pietro, S. Giuliano, S. Francesco e S. Maria dei Laici (o della Confraternita dei Bianchi); splendidi palazzi, tra cui il palazzo Ducale (sec. XV), fatto costruire da Federico di Montefeltro, e l’imponente palazzo dei Consoli, opera di Angelo da Orvieto, oggi sede del Museo Civico. Nel museo sono conservate, tra l’altro, le Tavole Eugubine (o Iguvine; secc. II-I a.C.), il documento epigrafico più famoso dell'antichità italica, sette lastre in bronzo che recano incise iscrizioni in lingua umbra ma in caratteri etruschi e latini, fondamentali per lo studio dell’organizzazione politica e dei rituali della civiltà umbra.

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